Nei primi decenni del Novecento, la vasta area intorno all'attuale città di Latina, posta tra i Monti Lepini, i Monti Ausoni e il Mar Tirreno era molto diversa da oggi. Al posto dei campi coltivati e dei pascoli c'erano paludi infestate da insetti, tra cui la zanzara anofele, responsabile della trasmissione della malaria.
Intono agli anni '20 del Novecento lo Stato intraprese un'opera di bonifica (1926-1937) per prosciugare le paludi e trasformarle in campi coltivabili. Lo Stato incoraggiò poi i contadini di regioni allora povere e savraffollate, come il Veneto, il Friuli e l'Emilia, a stabilirsi nei nuovi territori, e fondò nella zona alscune nuove città, tra cui Latina (che allora si chiamava Littoria).